Il carisma specifico della Congregazione delle Pie Operaie di San Giuseppe può così sintetizzarsi: “Santificazione del lavoro” come condivisione silenziosa e significativa della quotidianità della gente e “annuncio del Vangelo” in ogni latitudine del globo e in qualsiasi situazione di vita con particolare predilezione dei poveri. Il termine “Pie” specifica che nel nostro lavoro siamo spinte dalla “pietà”, ossia dalla compassione, da una commossa e intensa partecipazione di solidarietà verso chi soffre; di conseguenza, anche il lavoro, svolto con un amore che rende leggero ogni sacrificio, diventa “pio”, cioè assume una dimensione in qualche modo “sacra”. Ma soprattutto è certamente un’opera di pietà consacrare per sempre tutta la nostra vita al culto di Dio e, insieme al servizio del prossimo bisognoso.
La nostra Fondatrice aveva una tenera devozione per San Giuseppe, perché è l’uomo “giusto” sempre pronto ad eseguire la Volontà di Dio. La Madre esortava a pregare molto San Giuseppe, perché “è il santo della vita interiore; obbedì sempre tacendo; soffrì tacendo, ma alla fine della sua vita ebbe la gioia di morire fra le braccia della Vergine santa e benedetta e assistito da Gesù”. Da San Giuseppe, che lavorava “nella mistica botteghina di Nazareth, dobbiamo imitare, come possiamo, la divina missione di santificare il lavoro”. L’Istituto è affidato alla vigile e materna protezione dell’Immacolata. Il modello di vita è la Santa Famiglia di Nazareth.
La Madre Fondatrice ha scelto come campo di “lavoro” i ceti più umili e diseredati. Oggi le suore di suor Maria Agnese con la loro presenza e il loro servizio nelle «periferie del mondo e della storia » (Papa Francesco) sono il «cuore spalancato» della Chiesa madre e misericordiosa.