Centenario della casa madre di Castel del Rio
A cura di Suor Emanuela Vignozzi
Buongiorno a tutti, ringrazio innanzitutto la Madre Generale, madre Luigina, che ha voluto ricordare, in modo solenne questo centenario , Sua Eminenza il cardinale Lorenzo Baldissero e Eccel.za Mons. Giovanni Mosciatti Don Marco Baroncini e il parroco don Marco Giordano per la Sua disponibilità, il Sindaco e lo storico Andrea Ferri e tutti gli altri intervenuti a questo momento per noi tanto importante, ma penso che sia anche per voi tutti un momento emozionante , significativo e ricco di ricordi storici che a tutt’oggi sono presenti nella nostra memoria e nel nostro cuore.
Madre Maria Agnese, aprì la casa, qui a Castel del Rio il 19 ottobre 1922, accolta con gioia da tutti i componenti della Comunità cittadina, la prima casa fu in affitto, ma da subito mons. Naldi, l’Arciprete, pensò che era necessario, allo scadere dell’affitto quinquennale, che le Suore avessero un’abitazione propria, per cui subito, si dette da fare, assieme a mons. Paolino Tribbioli e ad alcuni benefattori, e nel gennaio successivo fu dato inizio alla costruzione della casa, che fu benedetta il 29 giugno del 1927, data che segnò anche l’apertura del noviziato della nascente Congregazione, e che fino al 1961 rimase in essere proprio qui, a Castel del Rio
Da queste poche date storiche si evidenzia che tutto è nato qui, in un piccolo paese al confine tra la Toscana e la Romagna, quasi come un segno profetico della successiva riunione tra l’Istituto diocesano fiorentino del Patrocinio e il nascente istituto in terra romagnola, avvenuta il 15 agosto del 1933, e questo perché, parafrasando San Paolo, Dio sceglie sempre ciò che nel mondo è piccolo, debole per confondere i forti, e madre Maria Agnese è stata l’umile serva aperta alla volontà di Dio, che ha trovato aiuto e sostegno in una piccola comunità montana, altrettanto umile e aperta ai disegni divini.
L’onore che oggi viene dato a Madre Maria Agnese, è l’onore riconosciuto ad una donna che non possedeva altro che la corona per pregare, un cuore grande per amare la gente umile e buona e due mani per lavorare, ma non per accumulare denaro, ma bensì per mettersi a disposizione di chi fosse più bisognoso.
Madre Maria Agnese era una donna di preghiera, di fede, ma che trasformò questi suoi valori spirituali in azione, facendo della sua vita una vita di preghiera e di lavoro, insegnando a tutti coloro che avvicinava quest’unità di fede e carità, attraverso l’apertura di “scuole di lavoro” dove non solo si apprendeva, ma si guadagnava, in modo da stimolare ed aiutare le allieve.
Il modello che additava alle sue figlie è quello della famiglia di Nazareth: lavoro e preghiera, infatti il lavoro e la preghiera sono i due cardini della vita spirituale di ogni Pia Operaia. E lei ne dava concretamente l’esempio, facendo della preghiera il respiro dei suoi giorni, il dialogo con Dio e la lode del Suo nome, ove attingeva la forza per conformare il suo cuore alla volontà di Dio. E il lavoro era l’attività di apostolato che deve procurare alle sue figlie l’onesto sostentamento e in contemporanea promuovere l’elevazione sociale delle persone povere, per cui insegnava che la dimensione del lavoro era finalizzata alla promozione umana e all’evangelizzazione culturale e spirituale di coloro che avvicinava.
Chi volesse cercare il Madre Maria Agnese un insegnamento teologico astratto sulla vita spirituale, o volesse riscontrare le tracce del miracoloso, oppure l’elevazione mistica e la pura contemplazione resterebbe deluso, Madre Maria Agnese ha tenuto sempre i piedi per terra, è maturata attraverso un cammino irto di difficoltà, di prove e di contrarietà, ha rinnegato costantemente sè stessa portando la croce e seguendo l’esempio di Cristo.
Il divenire la guida spirituale delle sue figlie è scaturito semplicemente, dal suo modo umile e materno di comunicare la sua esperienza di vita spirituale maturata nell’umiltà, nel silenzio,nel servizio e nell’amore del prossimo.